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Primarie PD Lazio in provincia di Latina
Di seguito i risultati ufficiosi delle primarie nella provincia di Latina.
Votanti: 8376
Voti validi: 8343
Bachelet: 1830 (21,93%)
Gasbarra: 5730 (68,68%)
Leonori: 783 (9,39%)
Una lezione di altissima politica
Grazie Paolo.
Che palle ‘ste regole
Il regolamento di disciplina della campagna elettorale per le Primarie del PD Lazio fissa, per i candidati alla carica di Segretario del PD Lazio, un tetto massimo di spesa pari a 30.000 €. In questi giorni in molte case di cittadini laziali iscritti nell’albo degli elettori del PD stanno arrivando lettere di propaganda inviate da uno dei candidati. Quante lettere sono state inviate? Quanto costa inviarle? Le città sono tappezzate di manifesti. Quanto si è speso? E per le altre iniziative politiche in giro per la Regione quanto si spende? Ma un pò di sobrietà in un momento di difficoltà economica come quello che stiamo vivendo?
E poi, se il vincitore delle primarie supera il tetto di spesa cosa succede, decade dalla carica? Oppure si continuerà a dire: basta con regolamenti, ma che du’ palle ‘sti regolamenti?
Congresso PD Lazio. E adesso la fase due!
Ringrazio infinitamente gli amici e compagni democratici che, con il loro voto nel congresso di circolo, hanno sostenuto la candidatura di Giovanni Bachelet alla segreteria regionale del PD. L’apporto degli iscritti della provincia di Latina è stato determinante per l’accesso di Giovanni alle primarie vere e proprie, ossia quelle aperte ai cittadini, che si terranno il 12 febbraio prossimo.
Abbiamo raggiunto un risultato straordinario, senza strutture di partito alle spalle, senza manifesti, senza sprecare risorse economiche, rispettando le città e l’ambiente ma con la forza delle idee e con l’impegno di iscritti, donne, uomini, giovani e veterani provenienti dalle diverse componenti del partito, ciascuno con la propria storia politica personale, che hanno partecipato con spirito di sacrificio e impegno encomiabile ad una avventura che, fino a poche settimane fa, sembrava impossibile. Inizia, con la convenzione regionale che si è tenuta questo pomeriggio, la seconda fase del congresso. L’auspicio che formulo è che il prossimo segretario regionale, chiunque esso sia, abbia una forte legittimazione proveniente da un voto dei cittadini quanto più partecipato possibile. Sarebbe, infatti, un pessimo segnale se le primarie facessero registrare una limitata partecipazione di elettori e simpatizzanti del PD Lazio. Da molte parti si nota, non senza amarezza e preoccupazione, una tendenza a minimizzare l’importanza delle primarie e quindi del ruolo del segretario stesso, come se si volesse, nonostante le primarie aperte, relegare la scelta della guida del PD Lazio nel novero delle incombenze che spettano ai soli addetti ai lavori. Non è così e vi prego di riflettere sull’inganno che si rischia di perpetrare a danno di tutti.
Al segretario del PD Lazio spetta l’ultima parola sulla composizione delle liste per Camera e Senato, e quindi dal voto del 12 febbraio dipenderà anche chi sarà candidato per il PD nella nostra regione e quindi anche nel nostro territorio. Il potere del segretario sarà ancora più decisivo qualora si votasse ancora con il Porcellum, ipotesi molto probabile vista la difficoltà più volte manifestata, da parte delle forze politiche che siedono in parlamento, a trovare l’accordo per l’emanazione della nuova legge elettorale e qualora non si tenessero le primarie per la scelta dei candidati. Sarebbe inoltre abbastanza singolare il fatto che, qualora il segretario eletto fosse Enrico Gasbarra e visto che lo stesso Gasbarra non sembra volere rinunciare al suo posto in Parlamento, che il segretario regionale si trovasse a decidere su liste nelle quali esso stesso è incluso. Per questo Giovanni Bachelet ha dichiarato da subito che, nel caso in cui fosse designato segretario regionale del PD, si dimetterebbe da deputato. Tra l’altro il ruolo del segretario regionale richiede un impegno a tempo pieno, come le innumerevoli criticità registrate in circoli sparsi sul tutto il territorio, nonché le questioni politiche esplose proprio in virtù della mancanza di una guida forte a livello regionale, hanno ampiamente dimostrato.
Altro aspetto sul quale il segretario regionale riveste un ruolo di assoluta importanza è il potere di nomina negli enti pubblici. Crediamo fermamente che la politica debba fare un passo indietro rispetto alla questione nomine e che la scelta del personale deputato alla governance degli enti pubblici debba essere sottratta alla disponibilità dei partiti. Ma, finché le normative non prevederanno un diverso sistema di governance, pensiamo che i partiti ed in primis il PD debbano attenersi, nella scelta dei propri rappresentanti nei consigli di amministrazione, innanzitutto a criteri di competenza e siamo lieti del fatto che tale impostazione sia stata fatta propria anche dagli altri candidati alla segreteria del PD Lazio, a partire proprio dal programma di Giovanni Bachelet.
Il PD Lazio ha bisogno di una guida autorevole ma soprattutto di una classe dirigente che fa quel che dice. Abbiamo affrontato la prima parte del congresso e continueremo nella seconda senza stampare un solo manifesto, perchè abbiamo rispetto per l’ambiente, perchè siamo convinti che l’abusivismo dei manifestipolitico- elettorali dimostri mancanza di rispetto della legalità e di senso civico e soprattutto perché crediamo fortemente che in un momento di profonda crisi economica il PD non possa e non debba sperperare inutili risorse economiche e che, anzi, sia richiesta una sempre crescente sobrietà nelle competizioni elettorali nonché nella comunicazione politica. In coerenza con tutto ciò Giovanni Bachelet ha da subito dichiarato che avrebbe votato a favore dello stralcio del condono dell’abusivismo dei manifesti nel decreto milleproroghe in votazione in Parlamento, e grazie alla sua azione politica il provvedimento è stato, per ora, effettivamente stralciato.
Rammento, infine, che, in tutte le circoscrizioni del Lazio, a capo dell’unica lista per la determinazione dei componenti dell’assemblea regionale ci sarà una donna e che le liste saranno decise in piena autonomia da chi ha sostenuto la candidatura di Giovanni in ciascun territorio, senza imposizioni dall’alto.
Vi chiedo quindi di partecipare e far partecipare elettori e simpatizzanti del PD alle primarie per la scelta del segretario del PD Lazio, per dare sempre più forza alle primarie e di scegliere Giovanni Bachelet per rendere il PD un pò più simile a come ce lo siamo immaginato quando abbiamo scelto di fondarlo: un partito sobrio, autorevole, rispettoso delle regole, attento ai diritti dei cittadini e aperto alla partecipazione degli elettori.
Grazie.
Un abbraccio fraterno.
Raffaele
Congresso PD Lazio in provincia di Latina
Un confronto pubblico tra i candidati alla segreteria del PD Lazio
Ricordo che anni fa, in occasione delle campagne elettorali per le elezioni politiche che vedevano il centrosinistra opporsi a B., una querelle immancabile riguardava lo svolgimento o meno dei confronti diretti, in TV o quantomeno in pubblico, tra i candidati a premier. E così, a parte la sfida Prodi Vs B. ingessata da un regolamento rigidissimo ma per certi versi necessario, niente Rutelli Vs B. oppure Veltroni Vs B. Il centrosinistra ovviamente se ne è sempre lamentato e non poco, avendo sempre sostenuto che dal confronto diretto tra i competitor l’opinione pubblica avrebbe potuto avere maggiori elementi per formare la propria opinione. Sono passati anni, come dicevo, e noto con dispiacere che almeno una parte del PD non la pensa più così.
Prendete ad esempio il congresso del PD Lazio. Il regolamento per il congresso stabilisce che in ciascuna federazione debba svolgersi almeno un incontro tra i (quattro) candidati organizzato dalle federazioni stesse. Ora, a parte Giovanni Bachelet, nessuno degli altri candidati sembra aver dato la disponibilità ad una iniziativa pubblica “ufficiale” e così almeno la fase riservata agli iscritti terminerà senza che ci sia stao modo di confrontare le varie proposte in campo.
Se ci si pensa, per alcuni tutto ciò ha un senso. Si arriva quasi a dire, infatti, che il congresso è una iattura, di questi tempi di benaltrismo imperante. Figurarsi se le persone, i cittadini, gli iscritti, possono essere interessati al segretario del PD Lazio. E però quelli che ti dicono che il congresso non andava fatto sono gli stessi che, rifiutando un confronto diretto con gli “avversari”, tessono le loro tele, infaticabili. Accordi, correnti, veti, liste triple, scambio, scambi, caminetti, cabine di regia, manifesti, iniziative, soldi. I metodi pure, sono sempre gli stessi. I gattopardi sono in azione per lasciare esattamente tutto com’è. Con l’avallo dei capibastone.
Ma a cosa serve, poi, ‘sto segretario del PD Lazio? Mah, a selezionare i candidati a Camera e Senato, ad esempio. A definire una linea politica contro la Polverini. A definire i criteri con i quali la politica deve, se proprio deve, indicare i propri rappresentanti negli enti pubblici. Cose così, insigificanti, di quelle che non non necessitano di aprire il PD a contaminazioni pericolosissime.
E allora c’è Giovanni, con il suo programma e le sue piccole grandi rivoluzioni:
1. Uso oculato delle risorse economiche: non esiste una sede fisica per il “comitato Bachelet”, si continua a gestire tutto via rete, un comitato 2.0;
2. Non serve contarsi per contare: alle elezioni primarie del 12 febbraio per l’assemblea regionale sarà presentata in ciascuno dei 15 collegi del Lazio un’unica lista a supporto di Giovanni;
3. Da queste parti capobastone non se ne vedono: in ognuno dei 15 collegi la lista sarà proposta da chi in loco ha sostenuto la candidatura Bachelet;
4. Se non ora, quando: in ognuno dei 15 collegi la capolista sarà sempre una donna.
Metteteci, infine, che Giovanni, qualora diverrà segretario regionale del PD, si dimetterà da parlamentare ed è l’unico che lo ha detto.
Ed è solo l’inizio. Sarebbe interessante formulare queste proposte in presenza di Gasbarra, Pacciotti e Leonori per capire e far capire ad iscritti ed elettori cosa farebbero, se fossero segretario del PD Lazio.