L’avete letto questo?
No? lettura consigliata, soprattutto quando si inizia a parlare, per l’ennesima volta, di tagli alla scuola.
L’avete letto questo?
No? lettura consigliata, soprattutto quando si inizia a parlare, per l’ennesima volta, di tagli alla scuola.
Mila ci aggiorna sullo stato della scuola.
Due notti fa è crollato il tetto di una scuola elementare a Palermo. Proprio in un’aula. Niente di nuovo. E’ così “normale” che non è nemmeno una notizia. La notizia sarebbe: il tetto che non crolla. ”Incredibile! Nelle scuole italiane i tetti non crollano!”
Aspetta oggi e aspetta domani e passa un anno e passane un altro, il tetto si rompe e zac, cade. Di chi è la colpa? Di nessuno. La preside ha avvisato, il Comune ha il patto, i fondi per l’edilizia scolastica a Palermo sono notoriamente a zero e dunque amen. Andate in pace. La colpa non è di nessuno. Non puoi nemmeno protestare. Contro chi? Di grazia?
La verità è che noi professori non siamo sacri affatto e per nessuno. La verità è che il sapere, la conoscenza, l’istruzione, non sono sacri per nulla.
Le considerazioni, amare, di Mila Spicola sulla scuola, e non solo.
Mila Spicola scrive a Pippo Civati, che oggi ha riunito un bel pò di belle persone a Varese, per parlare di Nord, di Italia. Della Prossima Italia. E le parole di Mila, magicamente, sembrano adattarsi ad innumerevoli situazioni che spesso vedono il PD protagonista, e non sempre in positivo. Come in Sicilia. Come a Minturno.
Carissimi amici,
Palermo vi saluta. Devo dire mi spiace non esserci perché la categoria Nord implica quella del Sud e mi piacerebbe che venga presto il tempo in cui a queste due categorie se ne sostituisca solo una: Italia.
Come dice bene Pippo: Prossima fermata Italia. Però adesso così non è. Il presente è il tempo della frammentazione, della divisione della mancanza di coesione nel nostro paese come dentro i nostri paesi. Io sono a Palermo e vi chiedo di accendere tutti i quanti i riflettori sulla quinta città d’Italia. Avremo le amministrative tra qualche mese e ancora regna il caos. Stanno naufragando le primarie.
Il nostro partito è dilaniato da una divisione ormai non più sostenibile. Quella del sostegno o meno al governo lombardo. Sostegno che diventa la chiave della divisione a ogni livello. Non continuate a chiederci “ma come è potuto accadere tutto ciò”, vi chiedo dove siete stati tutti mentre tutto ciò accadeva perché è bene dirlo: ciò che accade in Sicilia determina i destini politici nazionali. Giù al Nord dovreste stare con gli occhi spalancati in questi istanti mentre, come è probabile, salta tutto dentro il Pd Sicilia: saltano le primarie, saltano gli statuti e saltano le regole. Possiamo permetterlo? Alcuni di noi si stanno battendo strenuamente per assicurare forza e valore all’unico strumento di consultazione popolare, le primarie, che potrebbe scardinare le dinamiche malate e toglierci dall’angolo in cui ci ha costretti la parte filogovernativa del Pd siciliano.
C’è chi lo ripete a forza da più di un anno dentro il partito, Davide Faraone, c’è chi lo dice da qualche mese da fuori del partito, Rita Borsellino. La verità è che per adesso il Pd siciliano è una bomba pronta a esplodere e a deflagrare e il gioco è quello di evitare qualunque tipo di consultazione allargata all’esterno delle segrete stanze. Ricordatevi: senza Sicilia non c’è Italia. Le primarie sono congelate, questa è la formula uscita ieri. Se le congelano qua potrebbero farlo altrove, se il centrosinistra si spacca a Palermo, succederà anche altrove snaturando le identità nei mille opportunismi tattici di alleanze più o meno risicate senza che ciò abbia il consenso dei nostri elettori e della nostra gente.
Questo è adesso l’inverno del nostro scontento. Noi siamo con voi, siate anche voi con noi e non limitatevi a “guardare dalla finestra”, fate uscire da Varese un documento di solidarietà e richiesta ufficiale di primarie a Palermo senza se e senza ma, allargandolo anche alle altre forze politiche della sinistra: Idv e Sel. Che lo dica tutta l’Italia che Palermo debba avere le sue primarie senza cadere nei giochi e nelle trappole di tatticismo di chi non ha a cuore né l’Italia, né la Sicilia, né il Pd ma solo e soltanto la propria sfrenata volontà di mantenere posizioni ormai indifendibili e superate dai tempi.
Finché esistono insegnanti come Mila, la scuola pubblica italiana ha ancora qualche speranza. E hanno una speranza tutti qui ragazzi difficili che, soprattutto in terre di mafia, camorra e n’drangheta, solo la scuola può aiutare. Questo dovrebbe fare il PD, quando governerà il nostro Paese: rimettere la scuola pubblica al centro del mondo.
Ci sono i momenti giusti e i momenti sbagliati. Vincere oggi significa intercettare i momenti giusti. Perdere: cavalcare quelli sbagliati. Alcune persone hanno il dono di intercettare i momenti giusti, Concita è tra loro. Altre ahimè, sono maestre nell’intercettare quelli sbagliati. Era il momento, se pur legittimo, sbagliato.
Mila Spicola ringrazia Concita de Gregorio.