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Un’Odissea moderna. Parte terza

Giovedì 25 marzo, finalmente, la baby-sitter dei miei piccoli è riuscita a consegnare presso l'ufficio postale di Piazza Bologna la documentazione necessaria per l'ottenimento del permesso di soggiorno.
Quando ha finito mi ha chiamato e quasi piangeva, per come è stata trattata. In sostanza l'impiegata dell'ufficio postale l'ha congedata dicendole che le stava facendo un favore ad accettare la sua domanda, visto che la documentazione prodotta su indicazione dello Sportello Unico per l'Immigrazione, per loro, non era sufficiente. È stato mostrato, allora, il vademecum consegnato dallo Sportello Unico per l'Immigrazione, ma la risposta è stata, in pratica, che se ne fregano. Fortunatamente Juliana, lungimirante, aveva con sè tutti i documenti prodotti fin qui e quindi è riuscita ad integrare l'incartamento con ciò che mancava.
Per la cronaca l'impiegata delle poste era di chiara origine straniera.
Homo homini lupus.
Le puntate precedenti qui e qui.

Un piccolo episodio di censura

Ieri sera ho postato la mia prima news su Telefree. Per chi non lo conoscesse Telefree è un sito molto visitato nel sud-pontino e sul quale sono riportate la maggior parte delle notizie di cronaca (in senso lato) locale. Ho commentato, con il mio post, la giornata politica Minturnese, contrassegnata dalla presenza di Walter Veltroni a Scauri nel tardo pomeriggio ma anche dal grave episodio di boicottaggio nei confronti di Aristide Galasso e della coalizione che lo sostiene, fatto che si è verificato in serata. Fin qui tutto ok, ma stamattina mi accorgo che il post è stato modificato, probabilmente per un errore, e riporta la mia lettera di ringraziamento a Veltroni come intervento del candidato a Sindaco Aristide Galasso. Mi permetto di farglielo notare con questa e-mail:
 
Salve, non mi spiego perchè abbiate modificato il post che ho inserito ieri sera.
Peraltro quello che spacciate come il discorso di ringraziamento di Aristide Galasso è stato copiato dal mio Blog ed è il MIO ringraziamento a Veltroni.
Per cortesia rimediate all'errore.
Saluti

Lo staff di Telefree mi risponde così:

Gentile sig. Viglianti,
la ringraziamo di averci avvisato di "spacciare" le Sue opere per quelle di Galasso, e la rassicuriamo che, oltre a rimediare all'errore,  per il futuro staremo "molto attenti" a pubblicare i suoi post.
Tanto Le dovevamo.
Staff di TF

 

A questo punto posto un'altra volta la notizia, ma Telefree, tenedo fede alla "minaccia" contenuta nella e-mail che ha inviato (per il futuro staremo "molto attenti" a pubblicare i suoi post), decide di ricorrere alla sua piccola forma di censura e non mi pubblica.
Preciso che il post non conteneva offese di alcun genere, tanto da consentirne la pubblicazione in prima battuta.
Trovo comunque grave modificare i post altrui, se non altro perchè se posto una notizia mi assumo in prima persona la responsabilità di ciò che ho scritto. Hanno copiato e incollato le mie parole, attribuendole ad un'altra persona. E se, in quello, scritto, avessi diffamato qualcuno, la responsabilità sarebbe stata di Aristide Galasso? 
Solo per informazione.

Ripartire

Dal Blog di Concita su L'Unità di oggi.
Che Paese siamo diventati? Siamo in molti a chiedercelo, ma forse ancora non abbastanza.
Comunque, io so chi devo ringraziare.

Qualche volta mi è capitato di dimenticare le rette scolastiche. La mensa, soprattutto. Quando i figli sono tutti piccoli, bollettini diversi scadenze diverse: le portano a casa negli zaini dicono mamma tieni, uno appoggia distratto il pezzo di carta sulla mensola, poi magari non si trova più, si perde in mezzo ad altre carte. Si paga in ritardo, con la penale, senza decreti ovviamente, e finisce lì. La prossima volta si sta più attenti. Non si pensa mai – e questo dipende dal fatto, credo, che siamo cresciuti, la mia generazione è cresciuta in un Paese dove la scuola pubblica specie quella elementare era fantastica, la cura dei bambini un bene superiore condiviso – che le colpe dei padri possano ricadere sui figli. C'entrano anche certi insegnamenti primari, certo, tipo questo. Perciò non succede niente, se un padre dimentica di pagare una retta di certo la scuola farà in modo che il bambino non sia neppure sfiorato da un pensiero che non saprebbe concepire. Se – più grave, più triste – i genitori non possono, invece, pagarla, la scuola – il comune, l'ente pubblico, lo Stato – si fa carico della debolezza dei grandi e protegge i piccoli. È ovvio che quando i bambini si siedono a tavola, a mensa, devono avere nei piatti tutti la stessa pasta al sugo. Non c'è nemmeno bisogno di spiegare perché. Perciò ci saranno cose più gravi ma mi dispiace, non riesco a pensare ad altro che a quei nove bambini che lunedì si sono seduti ai piccoli tavoli spostando le piccole sedie, hanno aspettato che arrivasse come ogni giorno la signora con carrello e hanno visto la pasta nei piatti degli altri, il pane nel loro. Scuola elementare di Montecchio Maggiore, provincia di Vicenza. Il comune (Lega, Pdl) aveva avvisato: questa la spiegazione. Sette bimbi stranieri, due italiani: pane e acqua. Riuscite a immaginarvi di avere sei anni, sedervi a tavola coi compagni, vedervi porgere un pezzo di pane, la pasta nei piatti degli altri e i loro sguardi su di voi? Sentire il compagno che chiede «perché tu mangi il pane», e non sapere cosa rispondere? Provate ad andare a ritroso negli anni, a mettervi in quelle scarpe e quei grembiuli: che cosa fareste? Piangereste, restereste in silenzio, mangereste il panino, dareste una spinta al compagno rovesciando il piatto? Ma che paese siamo diventati? Ma cosa ci è successo? Ma come è possibile che abbiamo smarrito persino l'istinto a tutelare l'innocenza, la cura dello sguardo di un bimbo, il suo valore? Cosa ci stiamo a fare, di cosa parliamo se non sappiamo sentire e insegnare questo? Da dove possiamo ripartire se non da qui?

 

Un’Odissea moderna. Parte seconda

La prima parte la trovate qui.
Ieri sono tornato allo Sportello Unico per l'Immigrazione presso L'Ufficio Territoriale del Governo.
Magari mi sbaglio, ma la denominazione Ufficio Territoriale del Governo mi sa di fasullo, di posticcio, di artefatto. Come se si volesse far passare il messaggio che il Governo, questo Governo, è lì, con te, sul territorio, vicino ai cittadini.
Si, vabbè.
Comunque, torno alla carica spiegando che la procedura che mi hanno indicata non viene accettata dgli uffici postali e ovviamente non recedono dalla loro posizione.
Avrà trovato un impiegato ignorante, mi dicono.
Comunque mi danno un numeretto, passo la prima barriera costituita dall'ufficio informazioni e arrivo allo Sportello, dove c'è un'impiegata in carne e ossa che si occuperà di me.
Le spiego tutta la situazione di nuovo e lei ha bisogno di entrare tre o quattro volte dal suo dirigente, il quale alla fine esce dal suo ufficio e viene allo sportello per interloquire con me, con il Povero Utente Sfigato che ha osato fargli alzare il culo dalla sedia. Sarà per questo che mi tratta da schifo, se la sala non fosse piena di poliziotti sarebbe da saltargli al collo. Quelli stanno lì come chiappe su un ramo e invece di tenere d'occhio immigrati esasperati che, eventualmente, danno in escandescenza (e a ragione, visto l'assurdità delle procedure incomprensibili già ad un cittadino italiano), dovrebbero impalare i dirigenti che godono ad esercitare quel pò di potere che hanno, al momento, sul Povero Utente Sfigato.
Ad ogni modo ribadiscono quanto mi avevano detto nei giorni scorsi, ossia che nella busta da kit che mi danno loro vanno messi alcuni documenti e l'ufficio postale sa come accettarli. Ovviamente i documenti di martedì 23 marzo sono diversi dai documenti di giovedì 18 marzo.
Quello che ho sicuramente capito è che devo continuare la pratica iniziata a nome della mamma dei miei bambini, il permesso di soggiorno che arriverà sarà relativo al rapporto di lavoro tra lei e la baby-sitter che si è chiuso per l'INPS ma non per lo Sportello Unico per L'immigrazione. Fatto questo, dovrò iniziare tutto da capo per ottenere un permesso di soggiorno relativo al MIO rapporto di lavoro con la baby-sitter.
Spero solo che abbiano il buon senso di non convocare i defunti, altrimenti ci sarà da piangere.
 

Un’Odissea moderna. Parte prima

Oggi vi racconto una storia.
La storia della richiesta del permesso di soggiorno per la baby-sitter dei miei bambini, di 7 e 6 anni rispettivamente.
Tutto ha inizio quando, il giorno 11 settembre del 2009 (si, vabbè, uno potrebbe anche dire che le rogne non capitano a caso…), la mamma dei miei piccoli presenta la domanda telematica per l'emersione di lavoro irregolare, come previsto dalla normativa vigente.
Si pagano € 500,00 si presentano un pò di moduli on-line, si spera nel buon fine dell'operazione e oplà, sembra tutto ok.
Adesso bisogna aspettare la convocazione dell'INPS.
Il primo di novembre muore all'improvviso la mamma dei miei bambini, per cui sorge il problema di come proseguire nell'espletamento della pratica.
Visto che nel frattempo è arrivata la convocazione dell'INPS per il 26 di gennaio, chiamo l'INPS per sapere se sia possibile subentrare nella pratica in corso. Mi dicono di si, basta produrre "in doppio" tutta la documentazione richiesta riguardante il datore di lavoro.
Andiamo quindi, io e la baby-sitter, all'appuntamento con l'INPS con tutti i documenti necessari: documenti di identità, dichiarazione dei redditi, stato di famiglia, certificato di residenza, originale del pagamento dei 500,00 €, marche da bollo varie, copia dell'atto di compravendita dell'immobile presso il quale vive il lavoratore, planimetrie catastali, certificato d'idoneità alloggiativa dell'immobile (!).
All'INPS mi dicono che la documentazione va bene, ma che non mi conviene fare il subentro, ma chiudere il vecchio rapporto di lavoro e assumere direttamente la baby-sitter come lavoratore straniero e per fare ciò occorre presentare all'ufficio postale l'apposito kit (occhio a questo kit, mi raccomando).
Mi rilasciano (all' INPS) un pezzo di carta con intestazione dello Sportello Unico per l'Immigrazione nel quale il vecchio datore di lavoro (defunto il 01/11/2009) dichiara il 26/01/2010 di aver cessato il proprio rapporto di lavoro con la baby-sitter, pertanto si autorizza il lavoratore a chiedere il permesso di soggiorno per attesa occupazione. Il lavoratore ha comunque sei mesi di tempo per trovare un nuovo lavoro. Aggiungono a penna la dicitura "decesso datore di lavoro". Chiedo spiegazioni e mi dicono che il modulo esce così, non si può modificare. Si, vabbè. Andiamo avanti.
A questo punto devo assumere con regolare contratto la baby-sitter. Come si fa?
C'è da riempire il modulo di comunicazione obbligatoria del rapporto di lavoro domestico da consegnare all'INPS, poi c'è il modello Q da inviare allo Sportello Unico per l'Immigrazione di Roma, e poi c'è il modello ospitalità da inviare alla Questura.
Il kit di cui mi parlano all'INPS non esiste, l'unico kit a disposizione degli uffici postali è quello per il rilascio di permesso di soggiorno.
Porto il modulo all'INPS che iniziano a non capire, fortunatamente spiego la situazione e mi dicono di integrare la documentazione con l'attestazione rilasciata il 26 gennaio dall'altro ufficio INPS dalla quale risulta che il lavoratore è in attesa di occupazione. Fatto. Chiedo anche come proseguire per ottenere il permesso di soggiorno e mi dicono di andare nell'edificio accanto, c'è il Commissariato di Polizia di zona con annesso Ufficio Immigrazione.
Ok , vado.
Il modello ospitalità non lo vogliono, vogliono la cessione di fabbricato. Ok, la faccio seduta stante. Dopodichè mi dicono che per ottenere il permesso di soggiorno bisogna presentare il kit, ma non quello di cui mi parlava l'INPS, proprio l'unico esistente, quello per il rilascio del permesso di soggiorno.
Forse.
Mi consigliano pertanto di recarmi di persona presso lo Sportello Unico dell'Immigrazione (numeri verdi non ne esistono) per chiedere ulteriori informazioni.
Vado pure lì.
Trovo due persone straniere gentilissime. Ci metto un pò a chiarire la situazione al che mi chiedono: ma le impronte digitali le ha prese? Caz…, quali impronte?
Ma il cedolino ce l'ha? Ma porc…, quale cedolino?
Capisco che la ricevuta della domanda di emersione, presentata all'INPS il 26 gennaio, se la sono tenuta e quindi è andata.
Ok, però le impronte sono importanti.
A questo punto chiedo se devo presentare il kit come suggeritomi dal poliziotto (gentilissimo anche lui), visto che nelle istruzioni mi sembra che ci sia anche una fattispecie riguardante la richiesta di permesso di soggiorno per attesa occupazione.
Mi dicono NOOOO!! Fidati, sono anni che lavoriamo qui. Mi danno una busta del famoso kit nella quale mi dicono di inserire un certo numero di documenti e spedirla. Arriverà la convocazione per prendere le impronte e allora la pratica proseguirà il suo corso.
Sicuro?
Sicuro!!
Va bene, allora metto la documentazione nella busta del kit e provo a spedirla in un ufficio postale.
Raffo, credevi fosse facile vero?
Innanzitutto serve il lavoratore, la busta la spedisce lui, è lui che fa la richiesta del permesso di soggiorno, per cui senza di lui, nisba.
Un paio di uffici hanno terminato l'ologramma (ma che cos'è?..ah la ricevuta particolare che serve per poter spedire il fottuto plico alla modica cifra di 30,00 €).
Ma dulcis in fundo…il plico non si può spedire. Ma me l'hanno detto allo SPORTELLO UNICO DELL'IMMIGRAZIONE di fare così.
Eh no. No no no.
Il plico si spedisce attraverso una procedura telematica che prevede l'inserimento di dati relativi all'intero contenuto del kit (bollettini da pagare, moduli, marche da bollo). Senza questi dati, il che significa senza spedire tutto il kit e non solo la fottuta busta con altro dentro, non se ne fa nulla.
Morale.
Domani torno allo Sportello Unico per l'Immigrazione a chiedere come fare per ottenere questo cazzo di permesso di soggiorno per la baby-sitter brasiliana dei miei bambini.
Siamo a quota 7 mezze giornate di lavoro perse, più di 1000,00 € spesi (nel frattempo ho pagato anche i contributi INPS relativi al rapportoo di lavoro cessato, quelli che il lavoratore extracomunitario vedrà quando va in pensione, non quando va via dall'Italia, e che nel frattempo incamera lo stato italiano).
Le marche da bollo non le ho contate.
Appena ho la forza faccio qualche proposta anch'io su come affrontare il problema dell'immigrazione.

Vizi privati…e basta

L’ipocrisia di questa classe dirigente di destra ogni giorno segna un nuovo record. Una parte degli italiani ha portato il cervello all’ammasso e ne gode pure…Continuano a prendere provvedimenti liberticidi, censori, moralistici ma che valgono esclusivamente per il parco buoi. Morfeo, abbandona la nostra terra prima che sia troppo tardi!