Per chi se la fosse persa, la lista (ahinoi bloccata) di sostegno a Giovanni Bachelet in provincia di Latina.
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Il programma di Giovanni #occupypdlazio
Dal 2008 ad oggi, mentre il Paese attraversava la piú grande catastrofe economica e politica degli ultimi vent’anni, una lotta intestina fra gli stessi dirigenti che nei precedenti due decenni avevano scritto pagine gloriose della nostra storia politica e amministrativa, ha impedito al PD Lazio di avere un segretario in grado di governarlo.
Possibile? Industria, commercio e turismo, attività finanziarie immobiliari e servizi, producono nel Lazio circa il 20% del corrispondente segmento di PIL nazionale con circa il 10% della popolazione nazionale. Il Lazio ospita un grande stabilimento Fiat, le grandi istituzioni di ricerca italiane, la Capitale e tutto quel che consegue in termini di opportunità ma anche pendolarismo inquinamento: è nel Lazio la piú grande discarica di rifiuti in Europa. Negli ultimi anni, poi, calo dell’occupazione, criminalità organizzata, clientelismo inquinamento rischiano di far risucchiare nel buco nero del sottosviluppo una Regione che potrebbe aprire al meridione la pista della crescita. Poteva permettersi il Lazio di restare per anni ostaggio di un governo incapace, con il principale partito di opposizione a bagnomaria?
Certo le politiche del PD per il lavoro, la casa, l’ambiente, la ricerca, i trasporti, hanno trovato negli amministratori locali e nei Consiglieri Regionali un importante riferimento. Esse rischiano però di risultare lontane, a volte incomprensibili per elettori e iscritti, in assenza di un partito capace di suscitare ampia partecipazione democratica, al di là dei pur preziosi bacini elettorali personali (nel 2010 il 46% degli elettori PD non ha espresso preferenze e un altro 20% ha dato la preferenza a candidati non eletti).
Eppure fino a tre settimane fa, a due anni dal rovinoso abbandono del governo regionale, il PD non era ancora riuscito a darsi un gruppo dirigente: né primarie, né voti assembleari, né un anno di commissariamento avevano sciolto la matassa dei veti incrociati, malgrado la spirale di sconfitte elettorali ed emorragie verso altri partiti. La fisiologia della competizione politica interna era diventata patologia, con interessanti capriole: chi in Italia voleva il partito solido, nel Lazio lavorava alacremente alla sua liquefazione; chi voleva primarie sempre, nel Lazio prediligeva i caminetti; molti si comportavano come se preferissero la certezza di pesanti sconfitte elettorali del PD al rischio di perdere il controllo del partito nella propria città o provincia, o magari di non essere candidati (o ricandidati) alle prossime elezioni politiche.
Nell’ultimo anno, infatti, la presunta imminenza di elezioni anticipate, anziché indurre un rapido recupero di compattezza, autonomia territoriale e competitività elettorale attraverso primarie che la direzione del PD aveva affidato al commissario Chiti, ha purtroppo agito da ulteriore forza centrifuga: pochi lo ammetterebbero in pubblico, ma molti sono privatamente ossessionati dal problema di chi sarà Segretario Regionale al momento della composizione delle liste di Camera e Senato, con una legge elettorale che dà tutto il potere alle segreterie.
In queste circostanze risultano coraggiose e legate fra loro piú di quanto non appaia a prima vista tre importanti decisioni prese dal commissario Vannino Chiti negli ultimi cinque mesi: (1) creare un coordinamento politico che ha sottratto al ping-pong fra opaci caminetti e boatos della stampa la discussione del percorso per eleggere il segretario regionale; (2) creare una commissione presieduta da Tocci e incaricata di studiare le modalità con cui gli elettori saranno coinvolti nella definizione delle liste di Camera e Senato alle prossime elezioni politiche (un tema all’ordine del giorno della prossima Conferenza Nazionale Organizzativa del PD); (3) constatare che, malgrado l’auspicio di Bersani, era impossibile eleggere in assemblea un candidato di larga convergenza, e indire cosí per il prossimo 12 febbraio 2012 l’elezione del segretario e della nuova Assemblea Regionale attraverso elezioni primarie cui partecipano tutti gli elettori del PD, secondo lo Statuto Regionale vigente e il mandato ricevuto nel settembre 2010 dalla Direzione Nazionale.
Con simili premesse, un mese fa e poi due settimane fa, sulle colonne di Europa, ho auspicato, e qui ribadisco, che il prossimo Segretario Regionale deve superare le divisioni e rilanciare il PD nel rispetto dello Statuto e del Codice Etico, partendo da questi 7 impegni:
- promuovere nel partito regionale e nazionale la cessione di una porzione di sovranità dalle segreterie agli elettori nella definizione delle liste di Camera e Senato, con elezioni primarie, da promuovere anche in tutte le elezioni monocratiche, a norma di statuto
- rinunciare ad essere in lista e, se già parlamentare o consigliere, dimettersi da ogni altro ruolo elettivo in caso di elezione a segretario (ricevendo a questo punto dal partito un contratto a tempo determinato): per metter mano con libertà e credibilità a primarie e candidature, ma soprattutto per dedicarsi a tempo pieno al rilancio e alla ricostruzione del partito in tutta la Regione
- replicare quanto sperimentato da Bersani nel partito nazionale: una segreteria di persone fra i venticinque e i quarant’anni, non parlamentari o consiglieri regionali, aiutati da una cerchia di forum tematici a definire la politica del PD in Regione; ciò dovrebbe innescare, a cascata, altrettanti forum in ciascuna delle Province: più larghi possibile, centri-studio capaci di coinvolgere le competenze, aperti a esperti e militanti, iscritti ed elettori
- girare le province per conoscere e vedere con i propri occhi, valorizzare i circoli sani, curare i malati, ricucire i divorziati, identificare e commissariare i circoli morti, quelli pieni di tessere e vuoti di militanti, e rimetterli in vita, promuovendo nuovi dirigenti capaci di attirare nuovi militanti, di aprirsi ai cittadini, di vincere le elezioni
- voltare pagina rispetto a spartizioni e etichette che non ci hanno portato fortuna: non certo per fagocitare e annullare la diversità e il pluralismo, bensí per valorizzarli, anche con un censimento di competenze capace di coinvolgere nel governo del partito, a tutti i livelli, nuovi e vecchi militanti che hanno qualcosa da dire e un contributo da dare
- garantire trasparenza nei bilanci, parità di genere, riunioni che per orario e ordine del giorno non siano precluse a chi fa un lavoro normale, doveri e diritti di iscritti ed eletti, periodica consultazione dei livelli territoriali inferiori; insomma rispettare le regole che noi stessi, donne e uomini democratici, ci siamo dati quando il PD è nato
- voltare pagina nel metodo e nel merito delle nomine nelle aziende partecipate, abbattendo cosí i costi principali ma occulti della politica: in Italia ci sono 3600 aziende partecipate, 23mila consiglieri d’amministrazione, 3mila incarichi apicali, e il 60% di queste aziende risultano in deficit (Cuperlo, l’Unità 8/8/2011); un decimo di queste aziende è nel Lazio.
Nel sottoscrivere questo programma e la mia candidatura a Segretario diversi amici e amiche, compagne e compagni, democratici e democratiche, hanno suggerito che il mio programma per il PD Lazio non si occupi solo della vita interna del partito, ma anche della Regione Lazio. Per esempio delle ricadute politiche e legislative nel trasferire competenze con la legge su Roma Capitale o delle prospettive dell’area metropolitana in caso di abolizione delle Province. Oppure del rapporto tra pubblico e privato, in particolare nel campo della sanità, in vista dell’elaborazione del programma del partito per le prossime elezioni amministrative regionali, inclusa una posizione chiara per la piena applicazione della legge sui consultori. Come, però, inserire nel programma (lo chiede uno dei firmatari) un think-tank di documentazione sull’infiltrazione mafiosa basato sulla capillare rete di vigilanza democratica costituita dai nostri circoli, se alcuni dei nostri circoli hanno centinaia di iscritti ma nessun militante? Dove e come sta la rete capillare, se il 9 novembre scorso, quando ho cominciato la mia campagna, il tesseramento 2011 non era neppure cominciato in 17 circoli PD della provincia di Frosinone, 10 della provincia di Latina, 5 della provincia di Roma, 4 della città di Roma, uno della provincia di Rieti e 10 della provincia di Viterbo? Oppure: come parlare dei diritti di tutti, di opzione preferenziale per i piú deboli, di beni comuni, se il partito stesso non è piú un bene comune, se chi non ha truppe cammellate e clientele e parla di diritti degli scritti, doveri degli eletti o rimozione di conflitti di interesse e di incarichi multipli non riceve nel merito risposta pubblica da nessun altro candidato o dirigente, salvo essere da qualcuno bollato come candidato bandierina, brillante ma implausibile? Non è facile neppure dichiarare l’impegno (suggerito da un’altra mia firmataria) per una segnaletica stradale meno irrazionale e inefficace in tutto il Lazio, magari basata su esempi europei e su internet, se la prima segnaletica irrazionale e inefficace è quella che troviamo nei siti web del nostro partito, dove il materiale obsoleto non è rimosso e quello attuale spesso introvabile.
Se la vita interna del nostro partito non rispecchierà il Lazio che vogliamo, o almeno non smetterà di fare a pugni con esso, nessuna delle nostre parole sul futuro del Lazio sarà credibile e continueremo a perdere un’elezione dopo l’altra.
Questo è però vero anche sul versante positivo. Se oggi a Roma possiamo credibilmente parlare di lotta al riscaldamento globale con l’aumento della biomassa, di difesa dai rifiuti con il compostaggio dell’umido, di salvezza dalla solitudine e dalla fame attraverso una rete regionale di orti sociali (come mi chiede un altro firmatario), è perché dirigenti come Marco Miccoli e Estella Marino hanno scelto la scorsa estate, a costo di fatiche sovrumane, di innovare la gestione dell’immenso flusso di rifiuti generato dalla festa dell’Unità imponendo materiale compostabile a tutti i ristoranti, con uno straordinario 60% giornaliero di raccolta differenziata rispetto al totale rifiuti, anticipando l’obiettivo previsto dalla legge per fine 2011.
La prima richiesta è quindi per un partito che funzioni. La seconda è che sia degno dell’aggettivo democratico: che funzioni in modo partecipato. Secondo un altro dei miei firmatari, che immagino proveniente da un circolo particolarmente sfortunato, di tutti gli istituti partecipativi dello Statuto non ce ne è uno in funzione. La partecipazione non è un vezzo ma una necessità: non solo elettorale, affinché i cittadini percepiscano il PD come utile e rappresentativo, ma politica, perché le decisioni amministrative e legislative discusse e preparate in piú persone siano della massima qualità possibile per la vita di tutti. Il metodo democratico di cui parla l’articolo 49 della nostra cara, vecchia, buona Costituzione non è un costoso principio che inceppa le decisioni: è, invece, l’unica base per decisioni buone e efficaci.
Per un partito che funzioni non serve un capo, ci vuole un segretario capace di far ricrescere un collettivo, una comunità di persone, un tessuto connettivo capace di riconnettere le tante energie dei circoli attivi che pure esistono, dei rappresentanti nelle istituzioni che pure fanno bene il proprio lavoro, ma per ora vanno ognuno per conto proprio perdendo tutte le possibili sinergie con gli altri. Occorre per esempio valorizzare e integrare i cinquemila Giovani Democratici del Lazio che con il loro attivismo nel 2010 hanno contribuito in modo determinante a un risultato inimmaginabile nel 2008: la maggioranza relativa a liste progressiste nel rinnovo del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, l’elezione di una ragazza democratica come presidente delle Consulta Provinciale Studentesca di Roma e il concomitante crollo del 30% di Blocco Studentesco. Creare rapporti organici e sinergie fra questi filoni tematici e la conferenza delle donne PD. Riconoscere, valorizzare e integrare i tanti dirigenti e amministratori del PD che per anni si sono occupati efficacemente di scuola, ricerca, università, lavoro, trasporti, sanità, ambiente, facendo una preziosa opera di supplenza, in assenza di una segreteria e quindi di dirigenti regionali del PD preposti aciascuno di questi temi.
No, le energie buone non mancano. Devono solo essere messe di nuovo in rete anziché essere messe una contro l’altra o fungere da missile su cui qualcuno si mette a cavallo sperando di atterrare in Parlamento, al comune, in un’azienda partecipata.
Le energie buone non mancano: girando per il Lazio come parlamentare l’ho toccato con mano. il PD Lazio non è, come qualcuno crede e qualcun altro spera, un malato incurabile: è invece un bene comune di tutti e di ciascuno, che come l’acqua può con opportuni interventi ridiventare limpido e abbondante, con vantaggio di tutti. Se la buona politica di cui il PD ha bisogno saprà superare etichette e correnti sempre piú equivoche e obsolete, ci accorgeremo, come è capitato ai firmatari della mia candidatura –dal circolo Aurelio-Cavalleggeri al IX Municipio, fino a Latina e Rieti– che alcune divisioni erano state create ad arte da irresponsabili fautori del motto “divide et impera”; che quel che ci unisce è molto piú di quel che ci divide; che la buona politica non divide le persone per legarle per sempre al proprio carro, ma promuove il loro incontro affinché possano agire in modo sempre piú libero, responsabile, indipendente.
Ci accorgeremo che il PD Lazio può rinascere e federare tutti i progressisti del Lazio, come aveva fatto vent’anni fa, con una nuova coalizione, un nuovo progetto, una nuova generazione di giovani dirigenti e amministratori.
Per quest’opera di unità esso, come già scrivevo un mese fa, non ha bisogno di rottamatori e neanche di disinvolti piloti che lo portino a un’altra sconfitta per poi cambiare scuderia: ha bisogno di ingegneri, gommisti e carrozzieri capaci di rimetterlo in pista per vincere la prossima corsa.
Sono pronto e coordinare questa squadra.
Ottocentotrentaquattro #occupypdlazio
La primissima fase del congresso PD Lazio si è conclusa, per Giovanni Bachelet, con un grande successo. 834 democratiche e democratici del Lazio hanno sottoscritto la sua candidatura. La provincia di Latina ha contributo con 216 firme, segno evidente della voglia di partecipazione che ancora molti nutrono anche in un territorio storicamente difficile per la sinistra e per il PD. Siamo all’inizio di un viaggio lungo e difficile, ma davvero mi auguro di percorrere un bel pezzo di strada con Lorella, Annamaria, Nazzareno, Ernesto, Raffaele, Gianmarco, Nicoletta e ovviamente Fabio, Alessandra e Momo, già compagni, in un solo anno, di tante battaglie. Saremo nei circoli, ad illustrare la “mozione Bachelet”, convintissimi sostenitori dell’idea di PD abbiamo in mente. Un PD aperto, contaminato, plurale, rispettoso delle regole, coraggioso, autorevole, capace di interpretare il presente e di volgere lo sguardo dritto al futuro. Non sappiamo dove arriveremo. Ma sappiamo che, al fianco di Giovanni, ci saremo.
Tutto tace? Un motivo in più per sostenere Giovanni #occupypdlazio
Siamo a -4 dalla presentazione delle candidature alla segreteria del PD Lazio e ancora non si vedono altri candidati all’infuori di Giovanni Bachelet. In genere uno si candida a qualcosa perchè ha un’idea di cosa fare e di come vorrebbe svolgere quel ruolo. Giovanni ce l’ha, un’idea di PD Lazio. Gli altri? Vabbè, la matureranno strada facendo, uo straccio di idea. Intanto si portano avanti con il lavoro e raccolgono le firme per mister-X.
Noi le firme le stiamo raccogliendo alla luce del sole, e per un progetto. Certo, magari chiedi a qualcuno se vuole sottoscrivere la candidatura di Giovanii e ti risponde aspetto cosa fa la Bersani. La corrente Bersani, s’intende. Ma un pò’ d’autonomia no?
Il PD Lazio alle primarie #occupypdlazio
”Le primarie nel Lazio sono una vittoria per tutto il partito, perche’ rappresentano una scelta di democrazia e segnano un ritorno allo spirito originario del Pd: aperto, inclusivo e trasparente”. Lo afferma il vicepresidente del partito democratico, Ivan Scalfarotto. ”Questa – continua – e’ la vera scelta di unita’: restituire ai cittadini l’ultima parola per una responsabilita’ cosi’ importante come quella del segretario regionale in base a un confronto trasparente di programmi e persone”. ”Quella delle primarie era una scelta dovuta – sottolinea Scalfarotto -, ma non scontata e bisogna dare atto a chi ha convintamente portato avanti questa battaglia di trasparenza, primi fra tutti Giovanni Bachelet e Cristiana Alicata, a cui da subito ho accordato tutto il mio appoggio. Le primarie sono forse il patrimonio piu’ importante del nostro partito e sono lo strumento migliore per acquisire credibilita’ e aprirsi a quelle richieste di cambiamento e partecipazione che ormai ci giungono chiarissime da ogni parte. Con questa decisione torna ai cittadini e alle cittadine uno spazio in piu’ di democrazia e al nostro partito – conclude il vicepresidente Pd – un canale fondamentale e prezioso di ascolto e dialogo con il nostro elettorato”.
Cosa aggiungere alle parole di Ivan? Finalmente, nel Lazio, il PD potrà iniziare di nuovo a fare politica. Non era un risultato scontato, davvero. Nelle ultime settimane si è fatto di tutto per aggirare lo statuto, stravolgere il mandato del commissario Vannino Chiti e ridare vita ad un’assemblea delegittimata già nel luglio dello scorso anno. Il problema, ovviamente, non era Gasbarra, che sarebbe un degnissimo segretario regionale. Il problema era il metodo. E, grazie al coraggio di Giovanni e alla capa tosta di Cristiana, è stata vinta una battaglia decisiva per la vita del PD. Adesso inizia la parte bella e difficile: convincere iscritti ed elettori della bontà della proposta di Giovanni bachelet. Ma con una certezza in più: gli iscritti e i militanti del PD contano ancora qualcosa, hanno la forza di indirizzare, dal basso, le scelte del partito. E di questi tempi, non è poco.
L’unico candidato ufficiale alla segreteria del PD Lazio
In provincia di Latina esiste un pezzo consistente di PD che appoggia la candidatura a segretario regionale di Giovanni Bachelet.
Questo l’articolo apparso stamane su Latina Oggi.
Questo, invece, il testo integrale del comunicato stampa inviato.
In vista dell’assemblea regionale del PD, convocata per il prossimo 26 novembre con all’ordine del giorno gli “adempimenti statutari per l’elezione del segretario regionale”, sentiamo di dover fornire il nostro appoggio incondizionato all’unico candidato ad oggi ufficialmente in campo: Giovanni Bachelet.
Con coraggio e spirito di servizio Giovanni Bachelet ha messo a disposizione del PD regionale la propria storia personale nonché una proposta politica improntata innanzitutto al rispetto delle regole statutarie, in primis quella che prevede l’elezione del segretario regionale con le elezioni primarie. La difesa di uno strumento che riveste un’importanza fondamentale per un partito aperto alla partecipazione di cittadini ed elettori ha costretto una buona parte dei dirigenti regionali a rinunciare all’idea di scegliere il neo-segretario regionale con i soliti metodi poco trasparenti, attorno a caminetti e mediante accordi tra i capicorrente.
Tutto ciò ha provocato non pochi malumori tra chi, nel partito regionale, pensava di poter giocare la partita della segreteria su altri tavoli e farne merce di scambio per garantire la persistenza di equilibri interni che hanno portato il PD Lazio nelle condizioni che tutti ben conosciamo e per poter condizionare le candidature alla Camera e al Senato in vista delle prossime elezioni politiche.
Ma non manca, nel programma del deputato presidente del Forum Nazionale Politiche dell’Istruzione del Partito Democratico, la volontà di “girare le province per conoscere e vedere con i propri occhi, valorizzare i circoli sani, curare i malati, ricucire i divorziati, bonificare gli inquinati, certificare e seppellire i morti” e di “voltare pagina rispetto a spartizioni e etichette che non ci hanno portato fortuna, non per fagocitare e annullare la diversità e il pluralismo, bensì per valorizzarle nuovi e vecchi militanti che hanno un contributo da dare”.
Invitiamo quindi gli amici democratici della provincia di Latina a sostenere con coraggio la candidatura di Giovanni Bachelet, che rappresenta l’unica proposta ufficiale e credibile in campo, e aggiungiamo, anche in grado di liberare il PD Lazio dal drammatico immobilismo politico in cui si trova da troppo tempo.
Nicoletta Zuliani, Gianmarco Proietti, Nazzareno Ranaldi, Lorella Attanasio, Mimma Nuzzo, Raffaele Viglianti, Alessandra Arena, Cosmo di Perna, Fabio Luciani, Ernesto Schiano, Raffaele Vallefuoco
La lezione di Giovanni #occupypdlazio
Diffidate dei titoli dei giornali e #occupypdlazio
Una piccola precisazione, una volta letto questo articolo apparso stamane su Latina Oggi.
Una parte del PD Pontino appoggia Gasbarra, il non-candidato. Ma un’altra parte del PD Pontino sostiene Giovanni Bachelet, ad oggi l’unico candidato ufficiale e, permettetemi, l’unica speranza per non lasciare il PD Lazio in mano ai capibastone, ai signori delle tessere, a tutti quelli che hanno ridotto il partito regionale nello stato di assoluta inconsistenza politica che oggi ben conosciamo. #occupypdlazio
Giovanni in piena corsa #occupypdlazio
La corsa di Giovanni continua. Questa la sua nota su Facebook che fa il punto della situazione a 10 giorni dalla convocazione dell’assemblea regionale.
A sette giorni dalla pubblicazione del mio articolo su Europa (vedi altre note precedenti), le adesioni email di iscritti 2010 alla mia candidatura a segretario regionale del PD hanno superato le 200 unità, abbastanza ben distribuite nelle province del Lazio. L’impegno di tutti quelli che hanno raccolto il mio appello sta dando frutti.
Se per eleggere il nuovo segretario del PD Lazio alla fine si faranno le primarie sarà stato merito anche nostro, o meglio vostro. Mentre le modalità di elezione (assemblea o primarie) sono ancora in discussione, è importantissimo andare avanti con la raccolta firme degli iscritti PD 2010, seguendo le istruzioni della precedente nota del 13 novembre, mettendo se necessario “non rinnovata” nei due campi numerici relativi alla tessera 2011 e intanto richiedendo e facendo richiedere a gran voce il rinnovo della propria tessera 2011 al coordinatore del proprio circolo. [NB Alcune tessere 2011 non hanno numero, in tal caso rivolgersi al proprio coordinatore di circolo che lo sa].
Uno dei risultati collaterali della nostra piccola battaglia è infatti la scoperta che in quasi metà Lazio il tesseramento PD 2011 non è ancora COMINCIATO (il che, trovandoci a metà novembre 2011, è notevole). Questa scoperta, che naturalmente ho riportato all’ultimo coordinamento regionale con il commissario Chiti, ha dato una spinta affinché (meglio tardi che mai) il tesseramento 2011 abbia inizio: essendo il problema ormai noto a tutti, è difficile per un coordinatore di qualsiasi livello continuare a tener bloccato il tesseramento 2011, o peggio, se è cominciato, negare la tessera a un iscritto 2010 che voglia rinnovarla adesso (e che secondo le regole vigenti ne abbia diritto, ovviamente).
In proposito vari amici dirigenti del PD (che si sono finora guardati dal firmare la mia candidatura) hanno generosamente riconosciuto che ormai, dopo il mio articolo su Europa e la vostra mobilitazione, io sono in campo come candidato alla segreteria del Lazio: a che pro raccogliere ancora firme? SE PER CASO ALLA FINE non arrivassi ad un numero sufficiente di adesioni di iscritti o delegati per presentare la mia candidatura alle primarie, ci avrebbero pensato loro. Ora: pur avendo appena appurato in Regione, statuti e regolamenti alla mano, che le adesioni degli iscritti sono necessarie per candidarsi alle primarie ma NON ad una eventuale elezione in assemblea (dove NON c’è soglia per la candidatura, basta un solo delegato a candidarmi e io ne ho già piú di uno), vorrei comunque arrivare in fretta a un bel pacco di firme e poter dire che beh, QUEL CASO non si è verificato e sono pronto alle primarie sulla base di una scelta degli iscritti, senza bisogno di soccorsi tecnici gentilmente offerti. Morale: sotto a chi tocca. Grazie a tutti, buon lavoro.
Giovanni Bachelet
PS: Il primo aiuto che potete dare è rilanciare subito questa nota sul vostro profilo!
#occupypdlazio con Giovanni Bachelet
Vi giro la lettera scritta da Giovanni che potete diffondere ed usare per raccogliere le adesioni.
Carissimo, carissima:
il Partito Democratico del Lazio, sotto la guida del commissario Chiti, ha intrapreso un percorso che dovrebbe condurci all’elezione del nuovo segretario. L’Italia attraversa giorni drammatici e, da parlamentare di opposizione e presidente del Forum Politiche Istruzione del PD, cerco di affrettare e preparare giorni migliori. Però senza un PD Lazio impegnato oggi nello studio, nell’animazione politico-culturale e nel raccordo fra cittadini e istituzioni, non si vincono le elezioni e non si governa l’Italia; e senza un cervello e un cuore il PD Lazio non può resistere a lungo; deve quindi individuare al piú presto un segretario e un gruppo dirigente.
Insieme a un gruppo di iscritti e dirigenti di ogni età e provenienza ho identificato i compiti piú urgenti del prossimo segretario laziale. Ho da poco reso pubbliche queste idee e la mia disponibilità ad essere candidato in un articolo apparso sul quotidiano Europa, che accludo qui.
Per candidarsi alla segreteria regionale è però necessario (politicamente e anche a norma di statuto) l’appoggio di un piú ampio numero di iscritti. Per questo chiedo ora il tuo appoggio:
– se vuoi sostenere la mia candidatura a segretario del PD Lazio,
– se nel 2010 eri iscritto al PD Lazio,
– se nel 2011 hai rinnovato o stai rinnovando nel Lazio la tessera del PD,
allora ti chiedo di spedire all’indirizzo bachelet_g@camera.it un messaggio con oggetto “segretario regionale pd” che contenga la porzione di messaggio sottostante (compresa fra ===) nella quale hai completato tutti e 14 i campi con i dati richiesti di inoltrare questo messaggio a ogni altro potenziale sostenitore tuo amico.
Procederemo alla raccolta delle firme su carta quando modalità e tempi esatti della raccolta firme saranno resi noti dagli organi regionali di partito, ma questa immediata disponibilità espressa per email è fondamentale in vista di ogni passo successivo.
Giovanni Bachelet
http://www.giovannibachelet.it/
http://www.politicheistruzione.forumpd.it/
===
Il sottoscritto
– cognome:
– nome:
– luogo e data di nascita:
– residenza (via cap comune provincia):
– telefono:
– email:
– nome del circolo di appartenenza:
– provincia del circolo di appartenenza:
– numero tessera (si trova in basso al centro nella tessera 2011):
– codice iscritto (si trova in basso a destra nella tessera 2011):
– nome del coordinatore del circolo di appartenenza:
– cognome del coordinatore del circolo di appartenenza:
– telefono del coordinatore del circolo di appartenenza:
– email del coordinatore del circolo di appartenenza:
dichiara di sottoscrivere la candidatura di Giovanni Bachelet per l’elezione alla carica di Segretario Regionale; dichiara, inoltre, di non aver sottoscritto altra presentazione di candidatura e di conoscere, condividere, possedere i requisiti richiesti dallo Statuto Nazionale e dal Codice Etico del PD.