E così la primavera minturnese si è dissolta poco prima che iniziasse l’estate, dopo che 11 consiglieri hanno rassegnato le dimissioni. Del Balzo e Faticoni (ma anche qualcun altro) hanno deciso, pollice verso e tutti a casa, il sindaco Galasso con la sua anatra zoppa e la giunta di centrosinistradestra. Forse, allora, anche a Minturno è giunta l’ora della chiarezza. Già i protagonisti, in negativo, della vicenda dicono tutto su quanto ci sia bisogno, a Minturno come nel resto del Paese, di una nuova classe dirigente. Del Balzo, che fino ad ora appoggiava esternamente la giunta (!), ci ripensa, forse davanti all’ipotesi di rescissione del contratto della EgoEco. Faticoni, che non ha avuto l’assessorato che gli era stato promesso, si offende e se ne va, e con lui i due consiglieri di opposizione che però forse erano in maggioranza, o forse no. Il pastone Minturnese era ormai arrivato ad un bassissimo livello di digeribilità. Personalmente, non ho mai nascosto le mie perplessità in merito a come il PD ha gestito la candidatura di Aristide Galasso prima e la sua presenza nell’amministrazione comunale poi. Le primarie non si sono fatte, la giunta era composta per la maggior parte da persone che fino alla passata consiliatura erano state organiche al centrodestra, non si è avuto il coraggio di chiedere le dimissioni di Del Balzo a seguito del suo coinvolgimento nell’affaire munnezza-EgoEco in nome della realpolitik. E potrei continuare. Una stagione che si annunciava, per il Comune, come rivoluzionaria si chiude in anticipo a causa dei peggiori riti della peggiore politica. Assorbita la mazzata, però, occorre ripartire. Inizia una lunga campagna elettorale che deve, necessariamente, segnare una svolta. Il problema del rinnovamento della classe dirigente non è più eludibile, anche per il PD. Credo inoltre sia doveroso raccogliere le esperienze maturate in questi mesi dai comitati referendari che si sono battuti contro la privatizzazione dell’acqua e contro il ritorno al nucleare. Occorre ripartire dal basso per aggregare quei pezzi di società che hanno dimostrato di essere vivi e desiderosi di rappresentanza. Occorre restituire dignità alla politica, quella che considera i cittadini elettori e non sudditi. Occorre, infine, dare voce ai giovani elettori che non si sentono più rappresentati dai partiti tradizionali, dai loro riti, dalle loro alchimie. Inizia un cammino non facile, che sperò vedrà protagonista la meglio gioventù minturnese. Io ci sarò, come posso, come so.