A un bambino bisogna insegnare a essere un rivoluzionario, nel senso di cercare sempre il bene maggiore da donare agli altri per migliorarne l’esistenza. Lo scopo della vita non può essere accumulare denaro, ma creare rapporti d’amore.
Giovanni Bollea
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Post di fine anno
Penso a Fabio, che ho appena salutato, ha passato i 35 e dopo due anni e mezzo di interinale si ritrova a ricominciare daccapo, con una laurea in chimica.
Penso ad Angela, altra laurea in chimica, sangue del mio sangue, 41 anni, precaria nella ricerca, precaria nell'università, precaria nella vita, un affitto da pagare e non si sa come. Sconta anche il suo impegno sindacale, perchè se ti fai i cazzi tuoi, oggi, campi meglio e forse il lavoro lo mantieni.
Ricatto occupazionale. Sta facendo scuola, a quanto pare.
E quando si dispera non c'è parola che tenga.
Penso ad Andrea, il suo compagno, 40 anni, chimico pure lui, precario pure lui, e nella vita ha fatto di tutto. Ricercatore. Operaio. Bidello. Insegnante. Maestro di calcetto. E fra tre mesi il contratto scade e mo' che cazzo faccio?
Tre storie, tre esseri umani.
Non sono numeri.
Respirano. Piangono. Ridono. Si disperano.
Disperare è la parola più abusata, ultimamente. Perchè davvero non mi dembra di vedere come sperare, non mi sembra di vedere luci in fondo a 'sto tunnel nel quale si è infilata l'Italia negli ultimi anni.
Con la complicità di tutti.
E scusatemi se oggi faccio il demagogo e sono pure demastronzo, ma mi incazzo con i miei.
Perchè il PD, quello dei parlamentari con il culo al caldo, quello dei funzionari di partito, non lo può sapere che significa vivere così.
Sono vicini a parole, ma lontani anni luce.
E non hanno uno straccio di niente da offrire a Fabio, ad Angela, ad Andrea.
Hanno Fini, Rutelli, Lombardo, Casini. Marchionne. Montezemolo. I nuovi miti del centrosinistra italiano.
Per loro una parola si trova, tranquilli.
Lavorano per noi.
Per un futuro migliore.
Vorticosamente
Lettera agli amici del PD
Carissimi tutti,
come certamente saprete è partito il treno del congresso Provinciale che ci porterà all'appuntamento conclusivo di Latina, previsto per il mese di dicembre prossimo.
Ho deciso di correre anche io, e così sulla scheda da utilizzare per scegliere quale sarà il vostro segretario provinciale troverete il mio nome e il simbolo della lista collegata alla mia candidatura.
Controcorrente.
Un termine che riassume il mio pensiero e il mio impegno. Contro le correnti figlie delle mozioni, che hanno ingessato il PD, mortificato il dibattito, spartito posti e candidature.
Il simbolo è formato da tre frecce bianche contrapposte ad una freccia rossa che va a sinistra – il cuore batte lì, è nella mia natura.
In direzione ostinata e contraria.
La mia piccola storia politica personale è costellata di ostinati appelli rivolti a tutti i compagni di viaggio affinchè si provasse, insieme, a rendere il nostro partito migliore, più forte, più bello. Spesso questi appelli sono caduti nel vuoto.
Come a Minturno, ad esempio, quando rappresentavo la necessità di uscire dagli schemi, proporre metodi nuovi, segni tangibili di discontinuità rispetto al passato.
La politica è altro, mi sono spesso sentito dire. Ha i suoi riti, le sue regole, le sue alchimie.
No. La politica siamo noi, le nostre idee, le nostre storie personali, la nostra passione disinteressata.
Si possono anche vincere piccole battaglie personali, ma si perde, tutti insieme, la guerra.
E la guerra consiste nella sfida che abbiamo davanti: lavorare per lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti un paese migliore di quello nel quale oggi molti di noi sono costretti a vivere.
Per errori altrui.
Per un disegno ben orchestrato che, nel tempo, ha instillato nella società italiana, il virus dell'incultura che si fa consuetudine, da ostentare e sulla quale creare consensi.
Ma non dimentichiamo la nostra inerzia.
La nostra complicità.
La nostra inettitudine.
Abbiamo avuto, negli anni, svariate occasioni per cambiare il corso della storia del nostro Paese.
Ma non l'abbiamo fatto.
Non siamo stati capaci di indicare con credibilità una strada alternativa. Spesso è prevalso il calcolo politico, la convenienza del momento, l'opportunismo, il cinismo.
Diciassette (!) anni della nostra vita sembrano passati invano.
Sono rimasti sul piatto i problemi di fondo del Paese, semmai aggravati dall'inazione dei governi che si sono, negli anni, succeduti (Prodi I a parte).
Sono rimasti identici gli attori che hanno calcato la scena politica italiana in questi 3 lustri e poco più.
Accomunati, nessuno escluso, dal sentirsi insostituibili.
Diciassette anni sono quasi sufficienti a fare di un bimbo appena nato un uomo, ma non bastano a vedere rinnovata la classe dirigente di un paese. Tantomeno a vedere rinnovata la classe dirigente del nostro partito. Che riassume in sè, anche nella nostra provincia, quegli aspetti negativi della società (familismo, cooptazione, correntismo) che si vorrebbero combattere, estirpare, eliminare.
Molti di quelli che sono, oggi, classe dirigente, vengono dal '68. O dal '77.
Hanno conquistato con i denti le posizioni che oggi occupano, ingaggiando battaglie con i loro illustri predecessori se non con i loro padri, senza colpi bassi ma con fermezza, consapevoli di lottare in nome di un bene supremo, ossia l'evoluzione della società verso forme di convivenza civile universalmente riconosciute che fossero più moderne, partecipate, accessibili, contendibili.
Oggi, fatte le dovute differenze, la società è attraversata dalle stesse pulsioni.
Una larga fetta della popolazione più giovane è tenuta ai margini del mondo del lavoro, delle istituzioni, della politica.
Ma chi prova ad indicare una strada diversa, passa per maleducato.
I "giovani" del PD sono anch'essi maleducati perché osano porre il problema del rispetto delle regole che noi stessi ci siamo dati, come il limite dei mandati oppure l'utilizzo delle primarie per la selezione dei candidati alle elezioni, politiche o amministrative che siano.
Non ne faccio una questione puramente anagrafica, si può essere giovani ma vecchi di cervello e di cuore, come si può essere in là con l'età ma portatori di idee fresche, nuove, e che soprattutto interpretano la realtà dei giorni difficili nei quali viviamo il nostro presente.
C'è, in questo tempo sospeso, fermo al secolo scorso, la necessità di farsi portatori di una politica diversa, più sobria, più rappresentativa, più dignitosa ma anche più creativa di quella che attualmente conosciamo, come è necessario che il contributo di chi si affaccia oggi sulla scena pubblica (parlo dei giovani elettori, non dei giovani dirigenti) sia preso in considerazione.
Credo sia, questo, il tempo della responsabilità di ciascuno di noi. E' essenziale che chiunque, nella consapevolezza delle difficoltà, nell'assenza di risposte precostituite, nel dubbio del risultato, si spenda in prima persona, s'impegni per il cambiamento.
E' giunto il momento di provare ad occupare spazi, senza aspettare che qualcuno apra la porta e ci faccia accomodare al tavolo, seduti sullo strapuntino, in attesa di un posto più comodo.
Napoli (e non solo)
Prima o poi si dovrà parlare anche dei depositi temporanei di monnezza che saranno eterni, militarizzati e realizzati senza alcun tipo di misura di prevenzione e protezione nei riguardi di sversamenti di fluidi di percolazione in acqua di falda. Un territorio nel quale non c'è una dico una officina meccanica autorizzata (per non parlare di quelle abusive) che smaltisca gli oli esausti come previsto dalla legge. Ci si accorda con lo smaltitore per un compenso per uno smaltimento fittizio e l'olio si sversa in campagna vicino ai campi coltivati, nei torrenti, nei fiumi. Controlli non ce ne sono, l'ARPA campania è inesistente, i viglili urbani corrotti. Il senso civico zero. Le forze dell'ordine e la politica malate di benaltrismo. C'è un quartiere di Napoli, Poggioreale, nel quale sono sempre stati presenti gli sfasciacarrozze. C'è una strada del quartiere lungo la quale, tra i piloni della strada che corre sopra (perchè a napoli ci sono tante strade a più piani, altro che USA), ci sono decine di rivenditori non autorizzati di ricambi di auto che provengono direttamente dallo smontaggio delle auto rubate. Anche questo è il sud.Tutti sanno, perchè non interviene lì l'esercito e spiana tutto, per fare un senso alla parola Stato.
Intanto leggete qui.
Veltroni a Minturno
Voglio ringraziare personalmente Walter per aver raccolto l'invito che gli ho rivolto qualche giorno fa.
La sua presenza qui, oggi, in questa piazza, è un segnale forte di attenzione per il nostro territorio e per i problemi che lo attanagliano. Un segnale che proviene dal nostro partito ma anche dalle istituzioni, essendo Walter, come certamente saprete, un autorevole membro della Commissione Antimafia.
Negli ultimi mesi la Commissione sta seguendo con particolare interesse quanto sta accadendo nel sud-pontino e le vicende di Fondi stanno a dimostrare che, di pari passo con l'aumento della pressione esercitata dalle mafie per controllare e soggiogare ai propri interessi porzioni sempre più vaste di territorio, aumenta anche l'attenzione con la quale le istituzioni provano a contrastare il fenomeno della criminalità organizzata.
Sarebbe auspicabile, in questa battaglia, una unitarietà di intenti che però ancora stenta a realizzarsi, dato che spesso uomini politici ed esponenti delle organizzazioni criminali lavorano in perfetta sinergia, ciascuno al fine di perpetuare il proprio potere di controllo del territorio ed il proprio potere economico.
Le vicende che stanno interessando il senatore Fazzone sono lì a dimostrare come sia ancora difficile spezzare questo legame, soprattutto laddove il consenso ottenuto sul territorio grazie a politiche clientelari viene messo a disposizione degli interessi delle cosche mafiose.
Come molti di voi sapranno, però, anche Minturno e il nostro territorio non è esente da problemi analoghi. Sono in corso da parte della Procura Distrettuale Antimafia e della Procura della Repubblica di Latina indagini che coinvolgono anche personaggi politici locali e, come sempre, aspettiamo i risultati delle inchieste riponendo nell'operato della magistratura la massima fiducia.
Al di là degli esiti delle indagini e quindi del coinvolgimento in attività che possano, in qualsiasi modo, aver favorito la criminalità organizzata, il nostro Comune sta comunque scontando un lunghissimo periodo di crisi politica, economica, ideale legato all'instaurarsi di un rapporto perverso tra i cittadini e i propri rappresentanti che in questi anni lo hanno governato.
Il Comune di Minturno è retto ormai da 15 anni da giunte di centrodestra che hanno visto l'avvicendarsi di due sindaci, contornati da altri personaggi che hanno contribuito a portare il nostro Comune nella situazione nella quale si trova attualmente. Geometri, impresari edili, medici ma soprattutto il deus ex machina della politica Minturnese, quel Romolo del Balzo che ancora, durante questa campagna elettorale, chiede il vostro voto per essere rieletto al consiglio regionale.
Vedete, cari cittadini minturnesi, può anche darsi che qualcuno di noi possa giovarsi dei favori che sono concessi dall'amministratore di turno, ma noi dobbiamo spezzare questo circuito perverso perché non possono essere spacciati per favori quelli che sono nostri diritti: il diritto ad una amministrazione efficiente che eroga servizio di pari livello per tutti, il diritto di avere un arredo urbano decente, il diritto di avere un mare pulito, il diritto di avere una raccolta differenziata dei rifiuti degna di un paese civile, il diritto di avere un'offerta culturale che sia da stimolo per la crescita della comunità, il diritto di avere un lavoro, il diritto delle giovani generazioni di poter programmare il proprio futuro nella loro terra.
Certo qualcuno avrà beneficiato, tramite gli amici degli amici, di un posto come vigile urbano stagionale, oppure come dipendente della società che gestisce i parcheggi, oppure ancora come dipendente a servizio della società che effettua la raccolta dei rifiuti, ma sapete cosa hanno dovuto offrire in cambio queste persone? La loro libertà. Si, perché un cittadino che non può esprimere senza condizionamenti il proprio voto viene privato della propria libertà. E un cittadino privo di libertà finisce per essere privato anche della propria dignità. Ecco di cosa sono colpevoli coloro i quali hanno governato questo comune e hanno tenuto in mano le redini della politica minturnese in questi anni: di aver tolto la dignità ad un'intera cittadinanza. E insieme alla dignità aver tolto la speranza in un futuro migliore ai figli di questa terra.
Nei giorni scorsi sono stato molto colpito da una e-mail che mi ha inviato il coordinatore del PD di Minturno, Roberto Rotasso, nella quale mi rendeva partecipe, con vivo dolore, della decisione presa da sua figlia di andare via da Minturno per cercare lavoro all'estero. A parte provare a confortarlo, da padre, con le parole della poesia di
Kahlil Gibran “Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti”. mi è però restata dentro la rabbia per l'ineluttabilità della scelta dovuta anche all'inettitudine di chi ha amministrato e tutt'ora amministra il nostro comune. Inettitudine che ha permesso che fosse devastato il territorio, consentendo la creazione di discariche fuori controllo e di abitazioni abusive che continuano a sorgere grazie ai condoni edilizi ideati dai governi di centrodestra. Inettitudine di chi ha permesso che fosse fatto scempio della risorsa più grande che il nostro Comune possiede, ossia il mare e le attività turistiche ad esso legate. E fortunatamente si intravede un barlume di speranza grazie all'iniziativa messa in campo dal PD di Minturno per il riconoscimento dell'area sensibile del Golfo di Gaeta.
Inettitudine, infine, di chi, ancora oggi, è favorevole all'installazione del sito di deposito di scorie radioattive nella ex centrale del Garigliano che costituirebbe la mazzata finale per le speranze di rinascita di un'attività turistica di qualità.
Ed è proprio perché anche ai cittadini di Minturno possano essere finalmente restituite speranza e dignità il Partito Democratico di Minturno chiede il vostro sostegno per la candidatura a Sindaco di Aristide Galasso.
La storia non insegna nulla…purtroppo
Circola da qualche settimana in rete questo scritto di Elsa Morante.
Lo posto per chi se lo fosse perso:
"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.
Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.
Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."
Qualunque cosa abbiate pensato, il testo, del 1945, si riferisce a B.Mussolini…
Riflessioni
Qualche giorno di pausa, ed eccomi qui di nuovo.
Giorni difficili, tra diritti negati (qui e qui), leggi assurde che fregano sempre i più deboli, minacce di ricorso alle piazze per coprire le incapacità di una sottospecie di classe dirigente al potere ed altre amenità.
Delusioni personali, quando ti rendi conto che le battaglie che provi a fare sul luogo di lavoro destano l'interesse pressochè nullo di chi vorresti, senza alcun secondo fine, tutelare. Perchè si è perso il senso del benessere comune, non si può essere sfiorati da ciò che non ci coinvolge in prima persona.
E allora provi a riflettere, così, su due piedi e pensi che questo è il lascito di 15 anni di berlusconismo imperante ma anche della incapacità della tua parte politica. Siamo tutti più egoisti, ecco tutto.
Fortunatamente ci sono sprazzi di sole (qui e qui), aspettando che un giorno la luce torni a splendere.