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Anche la flessibilità è quasi maggiorenne

downloadAscolto il Ministro Lupi e rabbrividisco. Sostiene che le imprese italiane hanno bisogno di flessibilità per uscire dalla crisi e loda i provvedimenti del governo contenuti nel decreto lavoro. A quando risale il “pacchetto Treu”?  Al 1997. Da 17 anni è stata legalizzata, nel nostro Paese, la flessibilità che è diventata precarietà a vita. Precarietà che ha devastato una intera generazione e i cui effetti si allungheranno anche sulla prossima. Disoccupazione al 12%, disoccupazione giovanile al 43% e ancora stiamo parlando di flessibilità per uscire dalla crisi? Con queste ricette fallimentari sperimentate da diciassetteannidiciassette il governo dovrebbe dare speranza a generazioni arrese e risanare l’economia del Paese, da ora al 2018?

Futuro passato

Un paese che non investe in ricerca, semplicemente, non ha futuro. L’hanno capito prima e meglio di noi, ad esempio, in Francia e in Germania, paesi nei quali anche in periodi di rallentamento dell’economia gli investimenti nella ricerca sono “addirittura” aumentati.

Per non parlare del futuro dei ricercatori, eh.

Come mai

Un tempo si cantava, nei cortei, come mai come mai sempre in culo agli operai. Oggi si potrebbe dire: come mai come mai sempre in culo ai precari?

L’analisi di Marco Simoni sulla precarietà e le conseguenti azioni del governo.

Privi di potere contrattuale, i lavoratori flessibili hanno visto i loro salari diminuire sempre più.

Dal 1996 al 2008, le case sono in media aumentate del 50% al netto dell’inflazione e nelle grandi città anche molto di più. Questi aumenti colpiscono soprattutto i più giovani, che devono acquistare una casa o cominciare un contratto di affitto.

Ricapitolando: mentre i prezzi delle case subivano aumenti vertiginosi, i salari dei lavoratori flessibili diminuivano a causa del loro scarso potere contrattuale, in un contesto in cui essi erano anche privi di sostanziali protezioni sociali. Il concorrere di questi tre fattori ha determinato la precarietà che ormai caratterizza larghissimi strati della popolazione under 40.

Piuttosto che concentrarsi sugli effetti immediati delle singole misure, diventa cruciale riflettere sulle loro interazioni. Assumono allora una nuova prospettiva le proposte di riforma della cassa integrazione e l’idea di un sussidio di disoccupazione generale; l’obiettivo di unificare il mercato del lavoro in una forma contrattuale largamente prevalente; le norme per lo stimolo della concorrenza recentemente approvate e quelle in cantiere; perfino il ripristino di una tassa sugli immobili che può contribuire (non essendo sufficiente) a raffreddare le dinamiche dei prezzi delle abitazioni.