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Sette giorni tutti d’un fiato

E così ci siamo. Sono in corsa anch’ioper le primarie del PD per i candidati a Camera e Senato.

Me la vedrò, nella mia provincia, con Claudio Moscardelli da Latina, consigliere uscente del PD alla Regione Lazio, Sesa Amici da Sezze, deputato uscente del PD, Salvatore La Penna da Sezze, vicesegretario provinciale, Pina Rosato da Gaeta, Emilio Ciarlo da Latina e Rita Antonelli da Aprilia.

La soddisfazione è doppia, perchè è una battaglia per la quale ci si spende da anni e perchè non è stato semplice raccogliere le 162 firme necessarie a presentare la candidatura in tre giorni. Ringrazio gli amici democratici che hanno firmato per me in molti comuni della provincia. Ringrazio i circoli che hanno scelto di consentire la più ampia partecipazione democratica. Ringrazio fin da adesso la mia famiglia, per il supporto e per la pazienza. Ringrazio gli amici di Prossima Italia nonché gli amici assieme ai quali ho partecipato al congresso del PD Lazio a supporto della candidatura di Giovanni Bachelet.

Il bello inizia adesso, ovviamente. Meno di una settimana per far conoscere le proprie proposte. Perchè non vorrei che sceglieste un nome (peraltro alquanto sconosciuto), ma delle idee.  A partire dalla prossime ore dettaglierò alcuni aspetti del programma, che a grandi linee potete trovare qui e qui ma che cercherò di calare nella realtà del sud-pontino. A prestissimo.

 

Ultime dal fronte #primarieparlamentari

Beh, parlo di fronte perchè è una specie di guerra. Guerra vi sembra esagerato? Allora facciamo campo minato. Perchè di questo si tratta, quando parliamo della raccolta delle firme per presentare le candidature. Nel mio caso il 5% degli iscritti della provincia di Latina nel 2011 fa circa 240 firme. Il tempo scade venerdì alle 20. O forse prima. Non sono poche per chi non ha un apparato alle spalle, per chi può contare solo sulla rete di amici e compagni democratici con i quali si è stabilito un rapporto di fiducia basato sulla condivisione di idee e progetti. Ok, si deve solo pedalare.

Per chi volesse aiutarmi, i moduli per la raccolta delle firme sono qui. Contattatemi pirsonalmente di pirsona, l’indirizzo e-mail è viglianti.raffaele@gmail.com.

Come scrivevo oggi su FB, chiedo agli iscritti del PD della provincia di Latina di poter partecipare. Poi giudicheranno loro, nel tempo ristrettissimo della campagna “elettorale”, se sia meritevole di fiducia o meno. Chiedo di essere giudicato sulle proposte, e molte le trovate qui perchè ormai da quasi tre anni ho trovato dei compagni di viaggio stupendi.

Poi c’è il territorio, il sud pontino.

E allora vi dico che sono contrario alla bretella autostradale Valmontone-Cisterna e all’autostrada Roma-Latina, mentre mi piacciono le autostrade informatiche.

Sono innamorato del modello Cori perchè nei nostri comuni c’è tanto da recuperare, e il tempo che passa non è sempre perduto ma si porta con sè arti e mestieri che possono creare sviluppo.

Mi piace l’acqua pubblica, quella che scende da Capodacqua ed entra nelle nostre case senza passare per le condutture strettissime di Acqualatina, alle quali magari rimane appiccicato qualcosa che non fa arrivare acqua nelle case.

Mi piace l’odore del mare, quello pulito, rispettato, amato. Magari dai pescatori piuttosto che dalle industrie ittiche.

Mi piace il lavoro sicuro, quello che non ti fa rischiare la vita ogni volta che un operaio sale su un ponteggio o lavora in subappalto di subappalto di subappalto alla manutenzione di un impianto.

Mi piace il lavoro bianco, libero da schiavitù, da contrapporre a quello nero, nerissimo, di cui sono pieni i nostri campi nella stagione di raccolta di frutta, verdura, cocomeri, pomodori.

Mi piace la ribellione alla presenza sempre più pervasiva della criminalità organizzata, che si chiami camorra, n’drangheta, o mafia.

Mi piace ripensare alla politica in termini di sobrietà, contendibilità, apertura alla società civile, partecipazione.

Mi piacerebbe stipulare un contratto a progetto di cinque anni con i cittadini della provincia di Latina, al termine dei quali essere giudicato con le Doparie.

Mi piacerebbe che prendeste in considerazione tutto ciò, entraste nel circolo PD del vostro Comune per firmare la sottoscrizione della mia candidatura alle #primarieparlamentari.

La mia candidatura alle #primarieparlamentari

Mi candido alle #primarieparlamentari perché sono orgoglioso di far politica in un partito aperto e contendibile, che non ha paura dei suoi elettori e dei cittadini.

Mi candido alle #primarieparlamentari perché vorrei che le proposte per le quali mi batto da tempo, con gli amici di Prossima Italia e con il candidato alla segreteria del Partito Democratico nel congresso del 2013 Pippo Civati, divenissero patrimonio comune di tutto il PD. Su fisco, reddito minimo, consumo di suolo, matrimoni gay, incandidabilità dei condannati, alleanze, spese militari, autostrade informatiche, rifiuti abbiamo qualcosa da dire.

Mi candido alle #primarieparlamentari perché vorrei mettere le mie competenze a disposizione di tutti.

Mi candido alle #primarieparlamentari perché vorrei stipulare un contratto a progetto, della durata di cinque anni, con il Paese, con il territorio, con PD, con il centrosinistra.

Mi candido alle #primarieparlamentari perché il sud-pontino è stato umiliato per troppo tempo da persone tanto affamate di potere quanto incapaci.

Mi candido alle #primarieparlamentari perché il nostro tempo è questo, e bisogna metterci la faccia, senza aspettare che qualcuno ti dica che è arrivato il tuo turno.

Il giorno più bello (e non finisce qui)

Saranno delle belle feste natalizie, non c’è che dire. Grazie a chi ci ha creduto e con un lavoro di squadra ha portato a casa un grandissimo risultato. Le primarie più brevi della storia. Forse due settimane, o poco più, per decidere regole, raccogliere firme, votare. E per completare il passaggio epocale che vede protagonista il PD, il suo coraggio e il coraggio di chi ci mette la faccia. Paolo e Daniele, ad esempio. E altri ne seguiranno, statene certi.

Tutto in una settimana

Parafrasando il titolo del film, direi che la prossima settimana è quella decisiva. Almeno le basi vanno gettate, per il futuro prossimo (e anche Prossimo). Perchè se oggi cade il governo Monti, non è che possiamo restare a guardare. E poi, a dirla tutta, una settimana nemmeno ce l’abbiamo, per non far scappare definitivamente i delusi che si stanno ricredendo sul PD.

Il tempo, la pazienza e il frutto dell’attesa #primarieparlamentari

Diciamoci la verità. La militanza politica nel PD, sin dalla sua fondazione, è stata un percorso a ostacoli. Almeno per me. Perchè ho vissuto, non senza frustrazioni, il contrasto tra le aspettative che accomunavano (e accomunano ancora!) molti di noi alla nascita di questo nostro figlioletto e la dura realtà. Realtà fatta di apparato, di processi consolidati da scardinare, di teste da cambiare. Di tempo da aspettare. Ecco, fare politica ti insegna sicuramente a gestire il tempo, perchè nel 99% dei casi il tuo tempo fisico e biologico (i mal di pancia chi li ha contati?) non coincide per nulla con i tempi che la politica ti impone. Però aspettare serve, eccome. Soprattutto se fai tua una battaglia che ritieni irrinunciabile. Prendete le #primarieparlamentari, ad esempio. Con Prossima Italia siamo due anni che ne parliamo, quando c’era ancora Berlusconi, quando Monti per i più era un nome comune di cosa maschile plurale e il PD sembrava destinato a non aprirsi mai, al mondo, come invece è stato capace di fare nelle settimane passate. Adesso, invece, le #primarieparlamentari sono diventate patrimonio comune e sembrano essere un mezzo irrinunciabile per portare a compimento il percorso che, si spera, Bersani ha solo iniziato a seguire. Bene, dalle parole ai fatti, allora. Perchè di tempo ce n’è davvero poco. E il tempo passato dal 2007 ad oggi sarebbe un peccato sprecarlo, proprio ora.

Indietro non si torna

Sinceramente non vedo l’ora che arrivi il 3 dicembre. Perchè c’è tanta strada da fare. 

Passo dopo passo.

Il passo conseguente consiste nell’aprire le porte del partito adottando primarie, o altre forme di consultazione vincolante della base, per la composizione delle liste alle prossime elezioni. La direzione del partito può mantenere una piccola quota di posti da attribuire a sua discrezione (come è prassi in tutti i partiti europei), ma il resto deve essere affidato alle scelte degli iscritti o degli elettori.

Il secondo passo, altrettanto urgente e necessario, consiste nell’indizione di un congresso. Se i sostenitori di Renzi (e lo stesso sindaco) sono veramente intenzionati a influire sulla politica del partito e non hanno intenzione di rompere, come la forzatura sul voto al ballottaggio sembra invece suggerire, devono passare attraverso il partito, vale a dire combattere una battaglia interna per la conquista delle cariche. Sulle ali di questa mobilitazione arriveranno certamente al vertice facce nuove, dell’una e dell’altra parte, entrambe slegate dalle vecchie fedeltà ai vecchi schieramenti.

In pochi mesi il Pd ha l’opportunità di cambiare volto a sé stesso e alla politica italiana.

Testa bassa e pedalare

Chiunque vinca, avrà il mio appoggio. E sarò felice di lavorare, con umiltà, il giorno dopo, per vincere le elezioni. E per dare fisionomia a un partito in cui si riconoscano, su basi nuove, tutte le parti in causa. Perché i milioni di elettori che si recheranno ai seggi se lo meritano.

Pippo Civati, qui.

Gutta cavat lapidem – #primarieparlamentari

Una battaglia che Prossima Italia conduce da tempo e che sembra essere, finalmente, diventata patrimonio di molti, nel PD. Anche se di strada ce n’è da fare, nelle prossime settimane.

Nel mio piccolo, ho sollecitato il Partito Democratico della provincia di Latina affinchè assuma un’iniziativa in tal senso. Attendo risposte.