Sia chiaro: l’attuale sistema di finanziamento pubblico ai partiti o di finanziamenti camuffati da rimborsi (che ricordo esistere, comunque, nella maggior parte dei paesi europei) non mi piace e va cambiato. Ci sono varie proposte in campo, e una che potrebbe funzionare è la variante Civati all’ipotesi Tocci, nel giorno in cui i “renziani” presentano la loro proposta di legge per abolire i rimborsi ai partiti. Pur apprezzando la trasparenza nell’indicare i finanziatori, il “sistema Renzi” non mi convince fino in fondo. Perchè si finanzia una persona e non un partito in occasione delle campagne elettorali, e al netto del taglio, per certi versi necessario, alle persone che “vivono” di politica (spesso con stipendi assolutamente in linea con impiegati statali, peraltro), la politica vive tutto l’anno, non solo in campagna elettorale. E perchè non si eliminano i rischi di pressioni lobbystiche. E poi, se la campagna elettorale costa meno delle donazioni ricevute, i soldi si restituiscono ai donatori?
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Avanti così
Popolino strepitoso, direi. Lo ri-posto tutto, a passata, presente e futura memoria. Anche la mia.
Ci vuole davvero una gran faccia da culo, per presentarsi giusto ieri con una proposta per dimezzare il finanziamento pubblico ai partiti.
Ci vuole una gran faccia da culo, quando non più tardi di una settimana fa ci si era limitati a una proposta vaghissima, concordata in qualche riunione notturna con Alfano e Casini, che si limitava a proporre altrettanto vaghi meccanismi di controllo, peraltro addirittura peggiorativi rispetto a quelli vigenti. Giacché è del tutto chiaro che i controllati non possono poter nominare i controllori: altrimenti ci stiamo pigliando per il culo, e persino la limitatissima proposta del ’93 prevedeva che quel compito spettasse a una sezione della Corte dei Conti estratta a sorte, per dire.