Siamo alla seconda parte del contratto di parlamentare a progetto, quella inerente temi di carattere locale. La prima parte la trovate qui.
Acqua pubblica. In provincia di Latina sia data piena attuazione alla volontà popolare scaturita dai referendum e si torni quindi alla gestione pubblica dell’acqua, bene comune che deve essere sottratto alla logica del profitto economico da parte degli operatori privati. Uscita da Acqualatina di tutti i Comuni dell’ATO 4 ed approvazione della legge regionale di iniziativa popolare “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” proposta dal Comitato Acqua Pubblica nel Lazio.
Infrastrutture. La provincia di Latina non ha bisogno di opere faraoniche che consumano suolo e procurano danni al patrimonio paesaggistico e naturale. La bretella Cisterna-Valmontone, ad esempio, devasterebbe luoghi pregiati da un punto di vista naturalistico e paesaggistico. Una infrastruttura del genere, unitamente alla realizzazione dell’Autostrada Latina-Roma (per la quale, piuttosto, vanno previsti interventi di messa in sicurezza), rappresentano un modello di sviluppo obsoleto. A Cori, per citare un esempio di amministrazione virtuosa, si crea occupazione puntando sulla riscoperta degli antichi mestieri, dell’artigianato, dell’agricoltura, valorizzando quel patrimonio umano, culturale, storico, naturale di cui i nostri territori sono ricolmi. Patrimoni che per essere fruibili non necessitano di colate di cemento e asfalto, ma di autostrade telematiche che mettano in connessione la domanda e l’offerta di chi quei patrimoni vuole conoscere e valorizzare.
Trasporto pendolari. Più che i TAV ci piacciono i TVB, che non sta per Ti Voglio Bene ma per Treni a Bassa Velocità. Ma chi ha la necessità di viaggiare in treno o in autobus per lavoro o per studio sa bene quale odissea deve affrontare quotidianamente. È ora che le FS investano nel trasporto pubblico locale parte degli ingenti ricavi derivanti dall’Alta Velocità, aumentando l’offerta e acquistando nuovi treni per il trasporto regionale. Di pari passo lo Stato, piuttosto che investire in opere tanto costose quanto inutili (come l’autostrada Roma-Latina, per la quale occorre prevedere interventi di messa in sicurezza, e la bretella Cisterna-Valmontone), deve mettere a disposizione delle regioni maggiori risorse economiche affinché siano stipulati contratti di servizio i qualità e maggiormente confacenti alle esigenze degli utenti.
Sanità. La sanità nel Lazio è al collasso. I tagli orizzontali alla spesa sono stati l’unico criterio con il quale la giunta Polverini ha affrontato la questione della sanità, mentre i reparti ospedalieri sono al collasso in termini di personale, apparecchiature e prestazioni. Il centro-sud della provincia appare ancor più penalizzato, stante l’incertezza nella quale versa la realizzazione dell’Ospedale del Golfo e la mancata riqualificazione del sistema costituito dagli ospedali di Gaeta, Formia e Minturno. Eppure non sono mancati finanziamenti milionari per lavori di manutenzione in strutture che versano in stato di abbandono. Occorre investire in macchinari, pianificare adeguatamente le risorse e soprattutto prevedere un piano di stabilizzazione dei precari che consentirebbe di erogare maggiori prestazioni, abbattere le liste d’attesa ed evitare la migrazione dei pazienti verso altri distretti ospedalieri.
Lavoro e diritti. Rosarno è in Calabria, ma non è poi molto lontana dalla provincia di Latina. Anzi è qui, nei nostri campi, dove lavoratori, stranieri e non, raccolgono i prodotti della nostra terra in condizioni di schiavitù, e ovviamente al nero. Dal punto di vista della sicurezza sul lavoro, anche la nostra provincia è troppo stesso in prima pagina di cronaca per i ripetuti infortuni mortali e incidenti gravissimi. Occorre mettere in atto un monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro nel settore agricolo, delle costruzioni, dell’industria e dell’artigianato. È necessario investire in formazione, informazione e addestramento per rendere i lavoratori più deboli maggiormente consapevoli dei propri diritti. Le forze dell’ordine e gli enti di controllo devono essere messi in condizione di reprimere fenomeni criminali che attentano ai diritti, alla salute dei lavoratori e alle finanze dello stato.
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