Premetto che non ho mai avuto la sfortuna di vedere un TG1 delle 20 da quando è iniziata l’epoca Minzolini. Qualcuno mi dirà: per criticare bisogna conoscere. Giusto. Allora io mi esercito con Il Giornale, tanto è lo stesso. Così capita che quasi ogni giorno sfogli le pagine on-line del quotidiano che fu di Indro Montanelli per vedere il livello di faziosità che può raggiungere la mente umana. Non mi soffermo più di tanto su bunga-bunga e giustizia, tanto già so cosa aspettarmi. Però ci provo, eh. Leggo mezzo articolo, anche di più, poi mi assale, puntuale, rapido, un bruciore di stomaco e mi arrendo. Però a volte vado fino in fondo. Come ieri, quando incappo in un commento sulla morte di Vittorio Arrigoni, definito ultrà pacifista e giù con contumelie, ironia, paragoni senza alcun senso. Un articolo, scritto per denunciare l’esistenza di vittime di serie A e vittime di serie B, che diventa esso stesso la prova provata di come, per Il Giornale, esistano vittime di serie A e vittime di serie B. A parti invertite, ovviamente. Che merde.
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Vittorio Arrigoni, ragazzo
Le persone muoiono, spesso senza un perchè, soprattutto quelle giovani. La morte di molti passa sotto silenzio. Ma se un uomo muore per una causa, allora ci sentiamo quasi in diritto di appropriarci della sua vita, delle sue azioni, dei suoi ideali. Mi sento anch’io un pò un usurpatore, però oggi se ne è andato Vittorio Arrigoni, e non riesco a fare a meno di ricordarlo.
Questo è il suo blog.
Vittorio è stato ucciso da persone senza umanità, che hanno visto in lui un nemico solo perchè occidentale, senza tener conto delle motivazioni che avavano spinto un ragazzo a rinunciare ad una vita normale per rendere questo cazzo di mondo un pò più normale.
La cosà più bella che ho letto di lui è che i bambini di Gaza lo amavano. Da oggi saranno un pò più soli, i piccoli di Gaza. Forse se il mondo fosse governato dai bambini, navigheremmo tutti in acque migliori.